mercoledì 19 marzo 2014

L'evento. Dal segno al senso: la quarta di copertina del catalogo e una nota critica di Giorgio Di Genova



A vederlo, così piccolo e con quel folto barbone, non si sospetterebbe minimamente l’energia che è contenuta in Vittorio Amadio.
In realtà questo piccolo grande uomo è una vera forza della natura, un esplosivo condensato di idee e di capacità manuali, capacità sempre governate da un estro inesausto che lo porta a praticare con assoluta libertà ed estrema facilità linguaggi diversi e diversificati. Infatti ad Amadio il colore non basta. Per dar sfogo alla sua carica inventiva ed emotiva egli deve ricorrere per un verso anche al disegno, in modo da imprimere sui fogli e sul legno o la pietra, le trame della sua labirintica immaginazione, intrisa anche di forti sostrati fiabeschi e di acrobazie metamorfiche dense di gaie e umorose soluzioni, al punto da non temere qualche slittamento umoristico, e per l’altro verso deve affrontare il volume in modo da soddisfare gli imperativi della sua fisicità, la quale appunto nella tattilità connessa al discorso plastico trova compimento. Per tale ragione un solo registro espressivo non lo soddisfa, il che spiega il suo irrequieto nomadismo esecutivo che lo fa essere al tempo stesso pittore, scultore, disegnatore e incisore. I linguaggi propri a tali discipline vengono da lui intercambiabilmente utilizzati secondo un estro vario e variabile che dà luogo ad un cimento dell’invenzione in cui la specificità del medium espressivo si esalta sia singolarmente, come accade prevalentemente nella pittura, sia con intrecci ed interconnessioni, com’è più manifestamente evidente nella scultura, le cui superfici lignee o petrose sono sempre scavate da segni incisi con un gesto che ricompatta in un’unica soluzione il disegno e l’incisione. Per meglio comprendere tale mobilità tecnico-espressiva, va chiarito che, per quanto attiene ai sostrati fondamentali, l’esuberanza temperamentale di Vittorio ha i suoi pilastri proprio nel segno e nel colore, mentre, per quanto attiene agli aspetti complementari, sono proprio la fisicità e l’alchimia delle misture a costituire gli ulteriori piani dell’edificio della sua creatività. Su tali binari procede (anzi, in considerazione della sua vulcanica attività, sarebbe più esatto dire corre) il complesso e ricco discorso di questo stregone delle tecniche espressive che risponde appunto al nome di Vittorio Amadio.
La sua natura di abile alchimista del segno e del colore si esprime al massimo grado in certe puntesecche a inchiostri colorati, quelle per l’esattezza tramate da coaguli per lo più aformali, talvolta “illuminati” da una sorta di piccolo sole, che altrove si fa pianeta a ribadire l’ingorgo cosmico del suo visionarismo neo-informale. Esse sono sempre orchestrate da cangiatismi che rendono ciascuna calcografia cromaticamente diversa dalle altre di medesima struttura...

Giorgio Di Genova

da Vittorio Amadio. L'alchimista dei linguaggi diversi

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